Ti sei mai sottoposta alla prova della matita? Se non ci hai mai provato, potrebbe essere il momento di farlo per accertarti che il tuo seno sia ancora sodo, alto e seducente oppure se soffri di ptosi mammaria.
Il metodo casalingo per mettere alla prova il proprio seno consiste nel posizionare una matita nel solco sottomammario che altro non è che la piega naturale che si forma soprattutto per gravità nella parte inferiore della mammella. Se la matita cade allora possiamo stare tranquille e serene. Se invece la matita rimane lì significa che il seno, ahimè, è oramai rilassato e cadente.
Se il chirurgo plastico, in ambulatorio, userà un vero metodo scientifico per calcolare esattamente il grado di cedimento della pelle del seno, saprà fornirvi anche il proprio consiglio per restituirvi la bellezza delle vostre forme e mettere da parte definitivamente i disagi soprattutto psicologici ma talvolta anche fisici che conseguono ad un seno rilassato e non più attraente come prima.
Indice
Ptosi mammaria è il termine medico per indicare il cedimento e la caduta delle mammelle o, in altre parole, il rilassamento eccessivo del seno e la distensione della pelle attorno alle ghiandole mammarie.
A questo problema ne possono essere affette non solo chi ha subito gli effetti del passare del tempo, ma anche donne di giovane età.
Se infatti l’invecchiamento è il movente principale della ptosi mammaria, vi sono altre cause da prendere in considerazione.
Principalmente le caratteristiche soggettive della epidermide, la componente adiposa e la componente ghiandolare.
Ma non solo, perché il problema scaturisce anche a seguito di una gravidanza, dell’allattamento, di importanti e improvvisi cambiamenti di peso, di cambiamenti ormonali e, non da ultimo, di esiti patologici quali possono essere la ipertrofia mammaria e la iperplasia mammaria.
Per meglio identificare i fattori scatenanti la ptosi mammaria, il noto studioso Vandenbussche sul finire degli anni ’80 ha suddiviso le cause di tale condizione fisica in quattro categorie ben distinte:
La ptosi mammaria è stata sottoposta non solo ad una classificazione concernente le cause da cui origina, ma anche e soprattutto ad una classificazione relativa al grado di gravità dell’inestetismo e ad una classificazione relativa alla tipologia della condizione degenerativa.
Prendendo in esame quest’ultima, è possibile innanzitutto distinguere tra
La seconda classificazione, la più attendibile per una corretta diagnosi del problema e soprattutto per una corretta verifica della tipologia di tecnica chirurgica necessaria, prende in considerazione il grado di serietà del decadimento del seno.
In base a tale classificazione avremo pertanto:
In questa situazione avremo verosimilmente il complesso areolo-capezzolo posizionato al di sopra del solco sottomammario.
A questo grado di ptosi avremo il complesso areolo-capezzolo all’altezza del solco sottomammario.
Al massimo grado di gravità della ptosi il complesso areolo-capezzolo si troverà sicuramente al di sotto del solco sottomammario e risulterà pertanto la parte più bassa del seno.
La risposta sfortunatamente è no, non esistono esercizi risolutivi per la ptosi mammaria. Ed è facile comprenderne i motivi in quanto l’inestetismo non origina da una perdita di tonicità dei muscoli pettorali, ma da tante altre cause differenti che sicuramente non possono eliminarlo tramite del sano e costante esercizio fisico.
Sarà sempre buona norma mantenersi in forma con sport specifici e allenamenti a corpo libero che possano rinforzare la zona pettorale femminile.
L’attività fisica tuttavia non potrà mai correggere inestetismi del seno collegati al rilassamento della pelle, all’abbondanza del tessuto cutaneo e allo svuotamento dei settori mammari.
Le esclusive soluzioni adeguate ad eliminare il problema con tutti i suoi disagi è ricorrere ad un consulto di un chirurgo plastico e accettare l’idea di sottoporsi ad un intervento chirurgico.
La risposta fortunatamente è sì, la chirurgia estetica elimina la ptosi mammaria. E lo può fare attraverso moderne tecniche operatorie che si sono di gran lunga evolute rispetto al passato.
Così se prima per sottoporci ad un intervento al seno dovevamo ricoverarci per giorni e giorni, ad oggi basta un ben più leggero ricovero diurno in regime di day-hospital.
Se prima dovevamo sottoporci ad anestesie generali, ad oggi tutto o quasi tutto si può fare con anestesie locali.
Se prima gli esiti dell’operazione lasciano cicatrici vistose ed imbarazzanti che non lasciavano scampo agli occhi indiscreti, ad oggi le cicatrici sono minime, perlopiù invisibili e in punti nascosti.
Il tutto ovviamente se ci affida alle mani esperte di un chirurgo plastico serio e professionale.
Dalla tipologia di ptosi mammaria e dal grado di decadimento del seno il chirurgo plastico individuerà l’intervento chirurgico più adatto ed efficace.
In linea di massima possiamo dire che in ipotesi di ptosi areola-capezzolo lieve l’intervento chirurgico più indicato sarà la mastoplastica additiva dual-plane con cui si introduce una protesi passando intorno al capezzolo e posizionandola con la parte alta soto il muscolo gran pettorale e la parte bassa sotto la ghiandola mammaria così amplificando la proiezione del seno senza fare risaltare la porzione superiore della protesi.
In ipotesi di ptosi areola-capezzolo media e di pseudoptosi vi saranno le indicazioni per effettuare un intervento di mastopessi o lifting del seno – l’intervento per eccellenza per correggere le problematiche afferenti la ptosi mammaria – con cui tramite alcune incisioni viene rimossa la pelle in eccesso, viene riposizionato il capezzolo, ridefinita l’areola e in alcuni casi ridotta, e in casi in cui è necessario, viene ancorata la ghiandola mammaria al muscolo gran pettorale.
Per poi ricongiungere la pelle tramite particolari tecniche di sutura che garantiscono la giusta proiezione del capezzolo e la opportuna tensione della pelle peri-areolare. Le cicatrici saranno esclusivamente periareolare, pariareolare e verticale e, infine, periareolare, verticale e sottomammaria (a T invertita) a seconda del grado di eccesso cutaneo da rimuovere.
In ipotesi, da ultimo, di ptosi areolo-capezzolo grave si ricorrerà alla mastopessi con incisione a T invertita oppure ad una mastopessi con autoprotesi nella quale, se il volume mammario lo concede, si sfrutterà la ghiandola posta nel quadrante inferiore per riempire il quadrante superiore oramai svuotato e decadente.
Il costo per sottoporsi ad un intervento di chirurgia plastica al seno si aggira tra le 5.000 alle 10.000 euro.
In tali costi vi rientrano le visite preoperatorie, i costi della sala chirurgica, i compensi dell’anestetista, l’onorario del chirurgo plastico e tutte le visite di controllo post-operatorio.
Per avere un prezzo preciso sarà necessario effettuare una visita di consulto con il chirurgo plastico che possa indicare quanto sia necessario in base al caso clinico specifico prendendo tra l’altro in considerazione il tipo di ricovero necessario anche in base ai desideri del paziente, la tecnica operatoria più indicata, la difficoltà dell’intervento e la presumibile durata dello stesso.
L’intervento al seno di mastopessi, associata o meno ad interventi di mastoplastica riduttiva o additivia, è una operazione essenzialmente sicura, poco dolorosa e con tempi di recupero molto rapidi (a patto che si rispettino le indicazioni del chirurgo).
L’intervento è consigliato a donne di tutte le età affette da ptosi mammaria, ma è necessario attendere il completo sviluppo del seno o di aver affrontato tutte le gravidanze volute in quanto l’allattamento è tra le prime cause di manifestazione dell’inestetismo (in ogni caso già dopo tre mesi dall’interruzione dell’allattamento è possibile affrontare l’operazione).
L’intervento al seno è eseguito tramite tecniche operatorie che espongono a pochi rischi e conseguenze post operatorie.
Come tutti gli interventi tuttavia vi possono essere complicanze quali ad esempio sanguinamenti eccessivi e infezioni che sono risolte immediatamente se si ci affida alle mani esperte di un chirurgo plastico e si effettua l’operazione all’interno di strutture sanitarie autorizzate e ben attrezzate.
Il chirurgo plastico inoltre fornirà al paziente indicazioni pre e post operatorie che sarà necessario seguire attentamente per affrontare l’intervento in modo sicuro e per vivere il periodo di degenza con serenità.
La mastopessi con o senza mastoplastica riduttiva o mastoplastica additiva lascerà cicatrici invisibili o poco visibili, ma che in ogni caso resteranno nascoste dal reggiseno o dal costume da bagno.
La Dott.ssa Serena Ghezzi riceve agli ambulatori di Firenze e Prato dove effettuerà una prima visita per valutare se ci sono le indicazioni per l’intervento, i relativi costi, in quale clinica sarà opportuno effettuarlo e i risultati che è possibile raggiungere per correggere il rilassamento mammario, senza mai dimenticare di mettere al primo posto i desideri del paziente.
Solo attraverso un semplice consulto con la Dott.ssa Serena Ghezzi sarà possibile informarsi su tutti gli aspetti dell’intervento al seno e ricevere risposta ad ogni dubbio, per vivere l’intervento in modo sereno e avere la possibilità di tornare ad avere l’aspetto di un tempo lasciando alle proprie spalle i disagi anche psicologici che tanto ci hanno afflitto.