Carnevale di Ivrea, come assistere alla battaglia delle arance senza correre rischi (almeno la prima volta)

I festeggiamenti dello storico carnevale di Ivrea entrano nel vivo: per partecipare alla battaglia è ormai troppo tardi, ma il consiglio degli esperti è di presenziare da spettatore attento in vista dell'anno prossimo
Carnevale di Ivrea la battaglia delle arance
Virgilio Ardy

Partecipare almeno una volta nella vita al carnevale di Ivrea vale il viaggio e il ricordo, specie per chi è in vena di emozioni forti. Perché solo qui, e per pochi giorni all'anno, è possibile dar sfogo - tutto insieme - a una battaglia (quella della arance, l'11, il 12 e il 13 febbraio) che a modo suo rievoca la storia e tiene in vita le tradizioni, compattando nell'ormai dimenticato rituale della competizione goliardica. Trattasi, è noto, di una tenzone a colpi di agrumi - 9.000 i quintali di arance impiegate -, momento clou di un evento che attira ogni anno 100.000 spettatori.

Ripasso di storia

Virgilio Ardy

Il carnevale d'Ivrea, il più antico d'Italia (sebbene abbia origini più antiche, la sua prima fonte scritta risale al 1808) rievoca un episodio di liberazione dalla tirannide: un barone - storicamente riconosciuto nel Marchese di Monferrato - che affamava la città venne scacciato grazie alla ribellione di Violetta, la figlia di un mugnaio che non volle sottostare allo ius primae noctis e che, uccidendolo, accese la rivolta popolare. La celebre Battaglia delle Arance rievoca proprio questa rivolta: il popolo è rappresentato da squadre di aranceri a piedi che combattono – sprovvisti di qualsiasi protezione – contro i soldati del tiranno sui carri trainati da cavalli, che indossano protezioni e maschere in ricordo delle antiche armature. Tirare le arance ha dunque una valenza simbolica, ma in realtà - dicevamo - è pura goliardia: una stretta di mano, dopo un “testa a testa”, sancisce la pace; "darsi il cinque" è spesso un segno di rispetto, un modo per riconoscersi l’abilità e il coraggio l'un l'altro.

Come funziona

Virgilio Ardy

A Ivrea durante la Battaglia le 9 squadre occupano ognuna una zona fissa: l'Asso di Picche (la prima nata, nel 1947), tira in Piazza di Città, che condivide con la Morte (1954). In piazza Ottinetti troviamo gli Scacchi (1964) e gli Scorpioni d’Arduino (1966), mentre I Tuchini del Borghetto (1964) sono i soli a tirare sulla riva destra della Dora Baltea. In piazza del Rondolino combattono la Pantera Nera (1966), i Diavoli (1973) e i Mercenari (1974). Infine i Credendari (1985) che tirano in piazza Freguglia. I carri da getto, circa 54, sono divisi in pariglie (2 cavalli) e tiri a quattro (4 cavalli) e si alternano all’interno delle piazze per pochi minuti. Non solo l’ardore in battaglia e la correttezza nel tiro, ma anche la qualità degli allestimenti e i finimenti dei cavalli sono elementi che concorrono a definire le classifiche finali. Gli spettatori che non vogliono partercipare allo scontro, e possibilmente neanche essere colpiti di rimbalzo, indossano il famoso Berretto Frigio, rosso e a forma di calza, simbolo dell’ideale adesione alla rivolta. E incrociano le dita.

Come partecipare

Virgilio Ardy

Diciamo subito che le iscrizioni per la battaglia sono chiuse da giorni, ma se non lo sapevi significa che per te è la prima volta. Bene così: a Ivrea è giudizio unanime che la questione meriti, come minimo, una sessione di sguardo attento prima di buttarsi nella mischia. Un sorta di sopralluogo. E dunque: i biglietti per il Carnevale di Ivrea 2024 si possono acquistare online e nelle biglietterie ai sei varchi d'accesso alle città. Gli eventi sono quasi tutti gratuiti, ma per accedere alle iniziative di domenica 11 febbraio, inclusa la Battaglia delle Arance, è necessario comprare il ticket d'accesso: gratuito per gli abitanti, prevede un costo di 15 euro per gli adulti.

Oltre la Battaglia delle Arance

Virgilio Ardy

Il Carnevale d'Ivrea prevede un complesso cerimoniale, di cui la Battaglia rappresenta solo una piccola parte - anche se la più nota ed emozionante - che attinge a diverse epoche storiche, fino a culminare nel  Corteo Storico. Vera protagonista è la Vezzosa Mugnaia, simbolo di libertà ed eroina della festa sin dalla sua apparizione nel 1858. Ad accompagnarla il Generale di origine napoleonica che guida il brillante Stato Maggiore e a seguire il Sostituto Gran Cancelliere, cerimoniere e rigido custode della tradizione, i giovanissimi Abbà, due per ognuno dei cinque rioni, e il Podestà, rappresentante del potere cittadino. In segno di partecipazione alla festa, tutti i cittadini e i visitatori a partire dal Giovedì Grasso, su ordinanza del Generale, scendono in strada indossando il Berretto Frigio, un cappello rosso a forma di calza che rappresenta l'adesione ideale alla rivolta e quindi l' aspirazione alla libertà, come fu per i protagonisti della Rivoluzione Francese. Le fagiolate rionali, la Prize du Drapeau, le Alzate degli Abbà, le zappate degli Scarli e la distribuzione di polenta e merluzzo sono solo alcuni degli appuntamenti, dal 6 gennaio al 14 febbraio. Programma completo e tutte le informazioni qui.